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Come le culture di tutto il mondo pensano alla genitorialità

Cosa significa essere genitore: si può imparare dagli altri genitori nelle diverse culture?

Uno sguardo alle idee per l'educazione dei bambini in Europa, Asia e nei Paesi Anglosassoni.


Come le culture di tutto il mondo pensano alla genitorialità

La crisi moderna dei genitori, come può testimoniare chiunque abbia guardato la sezione genitori di una libreria, è che nessuno sa cosa diavolo significhi realmente oggi. Eppure, nonostante questa mancanza di fiducia e l'apparente assenza di conoscenza, molti genitori credono che le loro scelte creino il futuro dei loro figli. Ecco perché cercano il consiglio di un esperto via l’altro per riuscire in un unico obiettivo: crescere i leader più felici, i più vincenti e più adattabili al futuro.


Ma quali pericoli si nascondono nel pensare che esista un unico modo "giusto" per essere genitore? Quanto il nostro essere genitori è dettato dalla nostra cultura? In che modo i nostri genitori esprimono l'essenzialità di chi siamo, come nazione?


I genitori non hanno sceneggiatura, credono di poter inventare il futuro, le opportunità e chi saranno i loro figli. Che è meraviglioso, ma anche molto preoccupante.


In Norvegia, l'infanzia è fortemente istituzionalizzata, afferma la sociologa ed economista norvegese Margunn Bjornholt. La maggior parte dei bambini entra all'asilo nido sponsorizzato dallo stato all'età di 1 anno .

I norvegesi credono che sia meglio per i bambini sin dalla più tenera età andare all’ asilo dove l’approccio pedagodico riflette la dedizione del Paese all'aria aperta. Quindi anche a Oslo, dove la qualità dell'aria negli ambienti interni è più che fresca, e persino durante gli inverni scandinavi, i bambini vengono impacchettati e portati fuori a fare un pisolino nei loro passeggini.

Follia? Cultura.


In Giappone, il genitore medio, lascia che la figlia di 4 anni faccia commissioni con la sorella di 7 anni e il fratello di 11 anni - senza la supervisione dei genitori. I bambini non esitano a prendere la metropolitana di Tokyo da soli e passeggiano per le strade affollate da soli, proprio come i loro coetanei giapponesi.

Sia in Giappone che in Norvegia, i genitori sono concentrati sull’educazione all'indipendenza. I bambini fanno le cose da soli in anticipo rispetto all’Italia di oggi, che si tratti di andare a scuola o al cinema. I frame, tuttavia, sono diversi.


In Scandinavia, c'è un'enfasi su una relazione democratica tra genitori e figli. Soprattutto in Svezia, i "diritti" di un bambino sono importanti.

Ad esempio, un bambino ha il "diritto" di accedere al corpo dei genitori per comodità, e quindi dovrebbe essere permesso al bambino di andare nel bel mezzo della notte nel lettone. Se un genitore non lo consente, nega loro un diritto ed è giudicato come negligente.

In alcune parti dell'Asia è comune il dormire con un membro della famiglia anche dopo aver superato l’infanzia. I genitori coreani sono quelli che trascorrono più tempo a contatto fisico con i lori bambini, ma all'interno di queste famiglie, l'obbedienza è la chiave, non la democrazia.


I genitori in molte culture sono fortemente concentrati nell'assicurarsi che i loro figli sviluppino talenti e che siano preparati al successo.


Una ricerca svolta dall’Università del Connecticut, ha scoperto che quasi il 25% di tutti i genitori intervistati utilizzavano per i loro figli termini come "intelligenti", "dotato" o "di livello avanzato". La sensazione di dover spingere i bambini a massimizzare il potenziale è in parte determinata dalla paura che il bambino fallisca in un mondo sempre più competitivo dove non si può contare sui valori e le certezze del passato.


In molte nazioni asiatiche, la genitorialità, fin dalla tenera età, si concentra molto sul percorso accademico e universitario. Nella cultura coreana il ruolo primario del genitore è di Educatore e il ruolo del bambino è quello di rispettare i genitori e ripagarli con sacrifici.

Nei Paesi Bassi, invece i genitori usano la parola "intelligente" per descrivere i loro figli solo il 10% delle volte. I genitori olandesi credono fortemente nel non dover spingere troppo i loro figli. Durante l’intervista un genitore ha affermato “che non dovresti insegnare a tuo figlio a leggere prima di andare a scuola, perché poi tuo figlio si annoia a scuola e non ha amici".

Invece, il riposo regolarmente programmato, il cibo e un ambiente piacevole sono le principali priorità per i genitori olandesi.

In Spagna, dove le famiglie si concentrano sugli aspetti sociali e interpersonali dello sviluppo infantile, i genitori sono scioccati dall'idea di un bambino che vada a letto alle 18:30 e dorma ininterrottamente fino al giorno successivo, come succede nei paesi Anglosassoni, invece di interagire e partecipare alla vita familiare nelle serate.


Dovremmo insegnare ai nostri figli ad andarsene e a essere indipendenti, ma questo è enormemente difficile da fare per genitori spesso troppo preoccupati a risolvere grandi temi come lo scioglimento delle calotte polari e l'economia in declino e in generale a paure per tutto quello che non possono controllare rispetto all’unica realtà su cui pensano di poter esercitare autorità, i loro bambini.


L'ansia dei genitori è una pessima idea da esportare. Sarebbe meglio imparare gli uni dagli altri e riconoscere che esistono percorsi di successo molto diversi per allevare i propri figli.

La diversità delle idee dovrebbe essere liberatoria, non c'è un solo modo di fare le cose ed è del tutto normale commettere errori.




(Adattato da “What British parenting looks like – through the eyes of an American in London” di Sally Peck – THE TELEGRAPH)

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