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Generalizzare è già parte di un crimine



Un'inchiesta durata anni ha portato alla luce un inquietante “sistemizzazione” di strategie che oltrepassano il terribile. Sicuramente per gli effetti che hanno avuto sulle vittime, ma lo scalpore è tutto da imputare all'aggravante, cioè che i carnefici fossero tutti professionisti del “benessere”.

Falsi abusi sui bimbi, 18 psicologi arrestati”, è da qualche giorno che su tutti i giornali troviamo questo titolo (o simili a questo). La notizia è bene argomentata e documentata: Pablo Trincia e Alessia Rafanelli sono gli autori dell'inchiesta chiamata “Veleno”, che è stata di grande aiuto agli inquirenti ai fini dell'indagine che ha portato agli arresti dei 18 psicologi, altri professionisti e alcuni politici.


Proprio per questo motivo non ho nessun bisogno di documentare le atroci rivelazioni. Vorrei invece soffermarmi alla parte del titolo: “18 psicologi arrestati”.

Ancora una volta, con troppa facilità, siamo stati davvero scaltri e fulminei a considerare gli psicologi dei terribili mostri. Intendiamoci, quelle persone hanno avuto effettivamente un comportamento mostruoso e sono anche effettivamente psicologi, ma ciò non ne determina una diretta correlazione.

Immaginiamo che la storia sia cominciata con una persona (o forse due) a cui esplose un malsana idea di fare “soldi facili”, cercando tra i professionisti del benessere altre persone con le stesse terribili intenzioni.


Il prerequisito deve essere il comportamento criminoso, mentre le competenze “trasversali”, utili per finalizzare il colpo, devono essere legate al mondo della psicologia. Per esempio, avrebbero potuto essere 18 ingegneri che rapinavano una banca attraverso l'esplosione guidata dei muri portanti dell'edificio, in cui la banca risiedeva. Invece no! Erano psicologi!


In realtà, nella sola nostra penisola ci sono almeno 93.000 psicologi (se ne devono contare senza dubbio molti di più, perché questo dato appartiene solo agli iscritti all'albo degli psicologi) Quindi stiamo dicendo che lo 0,02% di una categoria ha commesso reati atroci. È come se in uno Stato solo lo 0,02% delle aziende evadesse le tasse. Sarebbe senza dubbio un grande risultato mondiale di senso civico, visto, per esempio, che in Italia evade circa il 44,7% delle aziende.

In qualche modo questa generalizzazione mi ha ricordato le notizie che parlano di cooperative, o di ONG, le quali farebbero crescere i propri volumi d'affari grazie allo sfruttamento di vite umane. Le notizie che pubblicano in qualche rara occasione non sono nemmeno del tutto prive di fondamento, solo inesatte per correlazione!


Eppure sono certo che dopo le vittime del reato in oggetto, a cui va tutta la mia solidarietà, anche gli psicologi onesti potrebbero considerarsi vittime. Sono convinto che ONG come Medici Senza Frontiere (Nobel per la Pace nel 2001) siano tra le prime a sperare che ONG fasulle finiscano tra le maglie della legge. Così come le Cooperative e così come le persone: poiché 18 persone hanno commesso un tale e mostruoso reato, a nessuno verrebbe mai in mente di considerare la categoria “persone” come una categoria esclusivamente infarcita di mostri.


Leggi anche -> Lettera all'Ordine degli Psicologi


Qualche tempo fa è stato mio interesse difendere il mestiere del “counselor”, ma non semplicemente dagli psicologi dell'Ordine della Regione Lazio, ma da persone non in grado di distinguere pure generalizzazioni di presunti illeciti (mai dimostrati per altro) da informazioni legate a fatti reali. Il fatto che fossero persone laureate in psicologia non conta granché, di fatto avrebbero anche potuto essere dei falegnami.



DOMENICO DE ANGELIS



Tag: counselor, counseling, scandalo Emilia, abusi, Reggio Emilia, Angeli e Demoni, inchiesta, Veleno

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